Torino Oggi 27/11/2021
L’iniziativa ha l’obbiettivo di perseguire il lavoro avviato e realizzato anche nelle precedenti edizioni del TFF grazie alla collaborazione con +Cultura Accessibile, nell’ottica di un modello di accessibilità universale alle iniziative culturali, modello di cui il Museo Nazionale del Cinema da molti anni è attivo sostenitore e promotore. Durante il TFF saranno inoltre proiettati al Cinema Massimo 1 in lingua originale con sottotitoli facilitati in italiano anche i film CODA di Sian Heder, storia di un’adolescente figlia di sordi (3 e 4 dicembre) e CLINT EASTWOOD: A CINEMATIC LEGACY (28 e 29 novembre), documentario intervista di Gary Leva prodotto da Warner sul celebre attore e regista americano.
Accessibilità al TFF
39° Torino Film Festival (26 novembre – 4 dicembre 2021) LA SVOLTA, IL FILM PER TUTTI AL 39° TFF e le altre proiezioni accessibili del festival TFF e RAI Pubblica Utilità, in collaborazione con +Cultura Accessibile, presentano la proiezione accessibile de LA SVOLTA di Riccardo Antonaroli, film prodotto da Rodeo Drive e Life Cinema con Rai Cinema, della sezione FUORI CONCORSO. Il film, in programma il 2 dicembre alle 15 e il 3 dicembre alle 11.30, sarà proiettato con resa accessibile for all: l’audio-descrizione fruibile tramite app gratuita su smartphone e i sottotitoli facilitati in italiano. L’audio-descrizione, realizzata per il film LA SVOLTA dal servizio Rai Pubblica Utilità, consiste in una traccia audio aggiuntiva inserita all’interno delle pause tra le battute e i dialoghi del film, che esplicita tutti gli elementi strettamente visivi, quali costumi, setting, colori, espressioni facciali, caratteristiche fisiche ed azioni. In tal modo, anche le persone con deficit visivo più o meno importante possono seguire in totale autonomia l’evolversi della narrazione cinematografica. L’iniziativa ha l’obbiettivo di perseguire il lavoro avviato e realizzato anche nelle precedenti edizioni del TFF grazie alla collaborazione con +Cultura Accessibile, nell’ottica di un modello di accessibilità universale alle iniziative culturali, modello di cui il Museo Nazionale del Cinema da molti anni è attivo sostenitore e promotore. Durante il TFF saranno inoltre proiettati al Cinema Massimo 1 in lingua originale con sottotitoli facilitati in italiano anche i film CODA di Sian Heder, storia di un’adolescente figlia di sordi (3 e 4 dicembre) e CLINT EASTWOOD: A CINEMATIC LEGACY (28 e 29 novembre), documentario intervista di Gary Leva prodotto da Warner sul celebre attore e regista americano. INFO TARIFFA: BIGLIETTO UNICO: € 6,00 Per ogni acquisto contestuale di 5 biglietti, lo spettatore pagherà complessivamente 20,00 € invece di 30,00. BIGLIETTI in prevendita on-line Disposizioni per accesso – In ottemperanza a quanto previsto dalle normative in vigore sul territorio nazionale, il Protocollo per la gestione dell’evento in relazione alla gestione del rischio Covid-19 prevede che l’accesso a tutti i luoghi del Festival sia consentito esclusivamente ai possessori di biglietto che dovranno inoltre – per tutti gli spettatori di età superiore ai 12 anni – essere in possesso di certificazione verde COVID-19 (Green Pass). Le nostre considerazioni Per ottenere una scarna offerta accessibile al TFF abbiamo dovuto lottare insieme ad altre associazioni di categoria. Nel 2019, proprio al Torino Film Festival, organizzammo un incontro per presentare il Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico. Pensammo che sarebbe stato un documento sul quale poggiare un progetto per l’accessibilità e l’inclusione culturale. Di fatto, in Italia, non esiste ancora un modello definito e le persone disabili sono messe ai margini dell’offerta cinematografica. Da 4 anni giace al Ministero per i beni culturali una nostra proposta per mettere a sistema l’accessibilità in tutto il Paese. Tra le centinaia di milioni di euro che vengono investiti (male) a favore del cinema non c’è posto per un’iniziativa che garantirebbe un diritto sancito dalla Costituzione.
Spettacoli teatrali: le linee guida
Alcune note di lavoro per arrivare a scrivere le “LINEE GUIDA PER LA RESA ACCESSIBILE DEGLI SPETTACOLI TEATRALI” in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino Queste linee guida sono il frutto di una lunga sperimentazione voluta dal Teatro Stabile iniziata nel mese id luglio di quest’anno e che si protrarrà fino al primo trimestre del prossimo anno. Porterà alla resa accessibile di 5 spettacoli (uno di fine stagione e gli altri 4 della stagione 21/22. Sono tutte produzioni (una coproduzione) del Teatro Stabile La parte tecnologica è stata affidata a Panthea società tedesca che ha sviluppato un softwaremulticanale che può contemporaneamente ospitare la sottotitolazione in lingua, quella facilitata/accessibile, oltre che sottotitolazioni in diverse lingue. Periodo di stage PANTHEA (non mi ricordo più quanti giorni erano in tutto, 3?) E’ necessario un breve training per imparare ad utilizzare il software. Ricordiamo che la sottotitolazione DEVE essere rilasciata in tempo reale, ma è realizzata con anticipo Ricordiamo anche che il progetto e la conseguente finalità mira ad allargare l’AUDIENCE ed è realizzato secondo il modus operandi del FOR ALL: concetto guida che prevede di allargare quanto più possibile la fruizione della Cultura in ogni sua declinazione. Diciamo quindi che tra i fruitori o meglio gli utilizzatori finali ci sono: i disabili sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi e sordastri), i disabili cognitivi, i migranti e gli stranieri che hanno difficoltà linguistica, le persone con DSA e BES, gli analfabeti di ritorno, le persone anziane con e senza disabilità). Queste fasce ed altre fasce deboli della popolazione sovente non hanno accesso alla Cultura e il FOR ALL ha lo scopo di dedicare loro un canale privilegiato attraverso la facilitazione (non semplificazione) linguistica. Individuazione degli spettacoli da rendere accessibili 1. Selezionare con largo anticipo gli spettacoli/produzioni da rendere accessibili Gli spettacoli per essere meglio resi accessibili devono avere: limitati cambi di scena pochi personaggi, una trama piana e un dialogo che non preveda troppe sovrapposizioni di voci. Se pensate che queste poche caratteristiche limitino la scelta del repertorio, vi ricordiamo che il Teatro Stabile ha realizzato la resa accessibile di spettacoli come “Casa di Bambola”(Ibsen) o “Molto rumore per nulla” Shakespeare. 2. Il Teatro deve procedere a individuare un “Responsabile della resa accessibile” che non è propriamente il responsabile dell’accessibilità (figura forse già in essere) che si occupa dell’accessibilità fisica. 3. Il responsabile della resa accessibile (figura interna al teatro) o i suoi collaboratori (anche esterni) devono poter assistere alla scelta degli spettacoli accessibili e individuare con la gestione gli spettacoli che per loro caratteristiche sceniche, meglio si adattano ad essere resi accessibili. 4. Il numero delle repliche accessibili può essere stimato nel numero di 5 per le produzioni e da 1 a 3 per gli spettacoli ospiti. 5. Il responsabile della resa accessibile dovrà fornire agli addetti alla realizzazione della res accessibile, il materiale riguardante lo spettacolo: copione completo di note di regia e documenti, comunicati stampa ecc. dello spettacolo. Tempi di lavorazione Si possono individuare due tempistiche distinte Fase A – antecedente allo spettacolo A1) fase di promozione del cartellone o del singolo spettacolo La tempistica di questa fase deve essere concordata con il responsabile dell’Ufficio Stampa”. Anche in fase di promozione (sito on line) bisogna prevedere una parte dedicata alle informazioni sull’accessibilità. (vedi sito del Teatro Stabile – https://www.teatrostabiletorino.it/) La promozione on line è quella che con più largo anticipo e gestita bene dall’Ufficio Stampa può essere il principale veicolo con le associazioni tutte. La sezione on line prevede: Un testo semplificato che verrà sottotitolato e speakerato e segnato in LIS Esso non deve superare la durata di 2 minuti – la soglia delle persone che hanno qualche difficoltà Contenuti: un accenno alla trama, descrizione dei costumi e delle scene, un accenno all’autore …… La scheda di sala facilitata (la stessa che verrà distribuita nel foyer) e un video segnato anch’esso con approfondimenti possono essere linkati nella stessa pagina. Durata: 5 giornate di lavorazione A2) Visita guidata al palcoscenico Riservata alle persone con espresse disabilità visive, la vita guidata (meglio se condotta dal regista o da un attore) deve avvenire a palcoscenico allestito con la possibilità di toccare arredi e costumi, di attraversare il palcoscenico per coglierne la dimensione. Lo scopo della visita è quello di prendere possesso attraverso il tatto e la possibilità di muoversi all’interno dello spazio scenico, degli elementi che assieme al testo compongono lo spettacolo. La data della/delle visita/e sarà annunciata possibilmente nel programma o nella conferenza stampa dello spettacolo. Dovrà ovviamente svolgersi prima delle repliche accessibili. Fese B – lo spettacolo in scena B1) preparazione delle sala/foyer nel foyer verrà messe a disposizione la scheda semplificata. Il carattere e il corpo devono essere ad alta leggibilità (Verdana o Helvetica – corpo 11/12) Nel foyer deve comparire un cartello su palina (vedi allegato)che informa il visitatore che assisterà una replica accessibile. Lo stesso servirà da invito per coloro che vogliono usufruire dei dispositivi che favoriscono l’accessibilità. Banco Accessibilità sempre nel foyer verrà allestito il tavolo di informazione e distribuzione dei dispositivi che si sincronizzano automaticamente con la trasmissione dei titoli. B2) preparazione della postazione in sala – sottotitoli individuato solitamente un palco e solitamente lo stesso della postazione del capotecnico (?) dello spettacolo, la postazione per la trasmissione dei sottotitoli dovrà avere ottime condizioni di visione del palco e degli attori-. La postazione deve prevedere una seduta e un piano di appoggio su cui saranno installati il PC con la App del software di trasmissione titoli e la connessione Internet dedicata, il PAD per la gestione dei titoli e delle note durante la trasmissione e un’eventuale luce che illumini il PAD. Aggiungere le note sulle caratteristiche della postazione di chi deve inviare i sottotitoli come vengono caricati, le mansioni e ogni altro dettaglio B3) audio – introduzione Questa azione ha lo scopo di preparare alla visione gli spettatori che arrivano non informati, che non hanno letto il programma di sala (semplificato o non), e per gli spettatori con necessità particolari (ciechi o
L’accessibilità è emancipazione
Mondo Padano – 19 novembre 2021 L’accessibilità è la porta verso l’emancipazione Pierpaoli: serve un salto di qualità da parte di politica e associazioni Accessibilità è la “parola d’ordine” di questa settimana. Ne parliamo con Stefano Pierpaoli, presidente del Filmstudio di Roma e coordinatore del progetto +Cultura Accessibile. Pierpaoli, come nasce +Cultura Accessibile? «Nasce nel 2017 dalla confluenza di esperienze che andavano avanti da molti anni, a cominciare dalla Fondazione Carlo Molo Onlus di Torino e Consequenze di Roma e grazie all’impegno di Daniela Trunfio che attraverso questa fusione ha saputo imprimere un grande impulso alle iniziative di innovazione nel campo dell’inclusione culturale in tutta Italia». L’art. 9 della Convenzione ONU parla del diritto all’accessibilità in un senso molto ampio. Cosa rappresenta questo concetto per la vostra organizzazione? «Fin dall’inizio ci siamo impegnati per inserire in Italia una nuova mentalità e un approccio che coniugasse il valore aggiunto dell’esperienza culturale all’intervento sociale. L’accessibilità non è solo un insieme di strumenti per consentire alle persone disabili di partecipare a un evento. Per noi questo termine rappresenta la principale porta d’ingresso verso l’emancipazione e la libertà e grazie a modelli messi a sistema in tutta Italia garantire a tutti un più elevato livello di conoscenza e quindi di maggiore partecipazione alla vita della comunità». Quando si parla di barriere che impediscono l’accessibilità si parla spesso solo di barriere architettoniche, chiamate visibili. Ci sono però anche le barriere invisibili…. «I muri più alti e insopportabili sono quelli costruiti con i mattoni dell’ignoranza, del pregiudizio e dell’ingiustizia sociale. Per abbattere queste barriere serve innanzitutto un salto di qualità intellettuale da parte delle Istituzioni, della politica e dell’associazionismo. Il tema dell’inclusione culturale si affronta, nella maggior parte dei casi, con criteri inefficaci e superati. Le Istituzioni sono ostaggio dei partiti i quali agiscono solo in funzione di logiche da consenso. Le realtà associative molto spesso riproducono queste dinamiche e le trattative si svolgono in un contesto ristretto e poco rappresentativo. Il peso di questo malfunzionamento ricade sulle realtà locali che devono affrontare un lavoro improbo nel quale spesso vengono abbandonate a sé stesse in un panorama a macchia di leopardo in cui i servizi sono assicurati dallo sforzo sovraumano di poche persone. Tutto questo produce una ricaduta drammatica sulle famiglie in uno scenario di crescente disuguaglianza. Il capitolo cultura viene considerato marginale ma è invece l’elemento principale per eliminare questi gravissimi squilibri e assicurare a tutte queste persone gli strumenti più adeguati per diventare protagonisti attivi del cambiamento che tutti noi desideriamo. Anche la rassegnazione e l’accettazione di un sistema iniquo fanno parte delle barriere invisibili. L’esperienza culturale valida e diffusa consente di acquisire la giusta consapevolezza per non cedere alla rassegnazione e per non abbassare la guardia rispetto al minimo fenomeno di esclusione e di discriminazione ». Negli ultimi anni la tecnologia si è dimostrata una grande alleata nella vita quotidiana di tutti. Cosa ha cambiato nell’esperienza culturale delle persone con disabilità? «Gli strumenti tecnologici che abbiamo oggi a disposizione ci permettono di sviluppare modelli di accessibilità impensabili fino a pochi anni fa. Dotare di questi strumenti ogni luogo della cultura è un obbligo per un paese civile e democratico. Su questo obiettivo deve essere fatto un grande investimento per raggiungere uno standard di efficienza e di diffusione in tutta la Penisola. Occorre tuttavia stare attenti a due diversi fattori di criticità che possono essere creati dalla stessa tecnologia. Il primo riguarda la convinzione sbagliata che sia sufficiente affidarsi a un apparato tecnologico per poter dire che un luogo è diventato accessibile. Servono professionalità e competenze di elevato valore per ottimizzare le potenzialità offerte dalla tecnologia. Il secondo aspetto che vogliamo mettere in evidenza è quello della centralità della persona. Abbiamo più volte presentato proposte per l’inserimento professionale delle persone disabili nei processi che riguardano lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie. Grazie all’esperienza diretta di queste figure e alle particolari sensibilità che posseggono si garantirebbe un più significativo intervento umano nei percorsi di inclusione. La tecnologia deve essere al servizio della persona e non deve accadere il contrario ». Quali sarebbero le problematiche principali in materia di accessibilità che si trovano più spesso? «Noi di +Cultura Accessibile ci troviamo molto spesso ad affrontare ostacoli dovuti soprattutto alla mancanza di una coscienza diffusa su ciò che accessibilità e inclusione vogliono davvero dire. L’evento accessibile è ancora occasionale e legato a momenti specifici che il più delle volte rappresentano un appuntamento di facciata privo di un senso più profondo. Il problema più grande in Italia è l’assenza di un modello definito messo a sistema. Poter contare su un riferimento determinato darebbe agli operatori e ai cittadini una serie di punti di riferimento che renderebbe agevole e fluida l’esperienza culturale». Tra le vostre attività ci sono due iniziative molto interessanti: i corsi di formazione e il progetto Cinemanchìo (portato anche a Cremona). In cosa consistono? «I nostri Corsi fanno parte del ragionamento sulla creazione di professionalità e competenze di cui parlavo prima. Soltanto grazie a figure che sappiano muoversi con padronanza nel campo dell’inclusione sarà infatti possibile ottenere risultati ambiziosi e concreti. I partecipanti ai corsi apprendono tecniche d’avanguardia grazie al supporto dei migliori docenti in circolazione. Il progetto “Cinemanchìo” è il più grande processo di accessibilità culturale mai proposto in Italia. Abbiamo introdotto il sistema di adattamento ambientale “Autism Friendly” nel 2014 al Cinema Filmstudio di Roma e lo abbiamo poi portato dappertutto. Abbiamo realizzato oltre mille proiezioni accessibili in tutta Italia sia per le persone autistiche che per i disabili sensoriali. Grazie al nostro intervento è stata inserito, per la prima volta, l’obbligo dell’accessibilità per i film che ricevono un sostegno pubblico. Purtroppo attendiamo ancora dal Ministro Franceschini che questi importanti passi avanti divengano effettivi e concreti perché purtroppo non è stata a oggi ancora accolta la nostra proposta per far rispettare il testo della Legge Cinema che prevede queste misure. Il deficit di accessibilità resta tuttora e rimarrà tale finché non sarà messo in opera un progetto di razionalizzazione che abbiamo presentato 3